La neve è arrivata, ma non per tutti…
Ci risiamo. Charlie Hebdo torna a prendere di mira l’Italia con le sue vignette. Sotto tiro ancora il terremoto (come lo scorso agosto), ma soprattutto la neve, con chiaro riferimento alla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindoli, in Abruzzo.
Dopo le metafore tra pasta e vittime del sisma, ecco arrivare niente meno che la morte, in teschio e mantello nero, lanciata sugli sci lungo un pendio innevato.
“Italia – La neve è arrivata”, è titolata la vignetta. Quindi il ‘virgolettato’ del Cupo Mietitore (senza falce): “Ma non ce ne sarà per tutti”. La morte è seguita da quella che sembra una grossa slavina. Chiaro l’accostamento alle vittime dell’albergo abruzzese.
Il disegno è stato postato sulla pagina Facebook ufficiale del giornale satirico francese, tristemente famoso – più che per le sue vignette – per l’attentato terroristico del 7 gennaio 2015, rivendicato da al-Qaeda – in cui morirono 12 giornalisti e altre 11 persone rimasero ferite.
Il disegno ha collezionato centinaia di condivisioni e sta sollevando una lunga coda di polemiche sui social network. “La vignetta del giorno”, recita il commento. Per i disegni del terremoto, il comune di Amatrice ha sporto querela nei confronti di Charlie Hebdo.
L’Ambasciata Francia prende le distanze. Immediate le reazioni sul web e unanime l’indignazione da parte del mondo politico italiano, tanto che l’ambasciata di Francia in Italia è intervenuta con una nota per prendere le distanze da quanto apparso sul periodico satirico: “Il terremoto che ha colpito l’Italia centrale il 24 agosto è un’immensa tragedia. Siamo al fianco dell’Italia in questa prova. La Francia ha espresso il suo sincero cordoglio alle autorità e al popolo italiano e ha offerto il suo aiuto. A tal fine la nostra Ambasciata è a disposizione delle autorità italiane. Per quanto riguarda la satira giornalistica, le opinioni espresse dai giornalisti sono libere. Il disegno di Charlie Hebdo non rappresenta la posizione della Francia”, si legge nel testo.
La conclusione dei fatti e che questi cosi detti giornalisti e/o vignettisti satirici di Charlie Hebdo, con la scusa di fare satira nascondono una frustrazione patologica.
I signiori di Charlie Hebdo provano tutti un sentimento di profonda umiliazione; si sentono come inutili per qualcosa che si è fatto o forse che non si è fatto, si sentono atterrati, feriti, in un’insoddisfazione disperata e silenziosa.
Ed è forse questo il connotato più forte della frustrazione di Charlie Hebdo, il loro modo di fare satira.
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