Il seno: piccolo o grande, ma pur sempre simbolo di femminilità

Se un’intima relazione unisce il corpo alla mente, qual e’ per una donna, il carattere sessuale più visibile nel proprio corpo che porta con se’ una serie di implicazioni profonde ed antiche, che viene concepito come organo i cui significati più diversi vanno dall’accoglenza, al nutrimento, all’affetto, al calore materno, alla sessualità, alla bellezza, all’arte, tutti elementi che condizionano ogni donna a livello psicologico, culturale e morale e che la donna da secoli “porta”, quasi come fosse un taglio di capelli, un look, una moda?

E’ il seno

Una moda che e’ cambiata più volte. Inizialmente grande, persino esageratamente grande, come si può notare nelle rappresentazioni delle antiche Veneri preistoriche che oggi appaiono addirittura dismorfiche con la loro ottava misura (la cui simbologia che inneggia all’abbondanza, alla fertilità e alla ricchezza e’ anche fin troppo evidente), con il passare del tempo il seno e’ stato voluto piccolo, accompagnato dalle forme rotonde e generose dei fianchi, tenuto coperto oppure svelato, ma sempre in evidenza, anche nelle culture più oscurantiste, persino in quella medievale cristiana che, nonostante tutto, non ha mai esitato a ritrarre Madonne discinte e intente ad allattare.

Ma se per secoli il seno e’ stato il simbolo della madre-nutrice, quindi della facoltà’ della donna di dare e far crescere la vita, oggi assistiamo ad un fenomeno curioso, quasi paradossale, che ne contraddice totalmente il profondo significato simbolico: la magrezza ostentata delle modelle (che un tempo sarebbe stata recepita come povertà’, fragilità’ e cagionevole salute), che cerca di dare un’immagine di donna forte proprio grazie ad un grosso seno, quasi sproporzionato rispetto all’esile fisico, ma che nulla più ha a che vedere con il concetto materno e di nutrimento.

E’ un seno abbondante quello di oggi (seppur l’eccesso di qualche anno fa sia stato aborrito) ed e’ considerato attraente soprattutto dal punto di vista estetico e sessuale, ma ha perso completamente il suo significato originario che era quello di allattare, almeno dichiaratamente. Tanto che la donna che allatta al seno si trova sempre più’ spesso a vivere un conflitto fra il suo ruolo di femmina e quello di mamma, subendo da più’ parti pressioni psicologiche affinché si distolga dal coinvolgersi con il figlio per tornare al più presto ad essere come era “prima”.

Cosi’ accade che il seno venga visto come oggetto sessuale, col quale la donna da’ e riceve piacere, mentre il darlo ad un bambino appare paradossalmente come un uso improprio. Un paradosso fisiologico, considerata la reale funzione delle mammelle, generato da un conflitto di ruoli: quello accettato di una sessualità dedita al solo piacere, che e’ espresso nel rapporto col proprio partner e quello di una sessualità’ biologica, sempre più spesso vissuta in contraddizione con la prima, fatta di mestruazioni, gravidanza, parto, allattamento.

Le tette sono sicuramente l’elemento sessuale che gli uomini guardano di più in una donna, prima ancora del sedere, delle gambe del volto e del giro vita. Il motivo per cui il seno femminile e’ da sempre oggetto di questa particolare attenzione e’ che sono le forme che esaltano la femminilità che vincono su tutte le altre: perciò il seno, e poi i glutei, sono ai primi posti delle preferenze maschili. Una donna con un bel seno florido e un bel sedere rotondo verrà sempre considerata attraente e ciò e’ da ricercarsi innanzi tutto nella “rassicurazione” che tali forme, rotonde e morbide, danno a livello inconscio.

Inconsciamente, infatti, quantunque il modello dominante di bellezza femminile sia oggi quello della donna giovane e nullipara, cioè che non ha mai partorito, il messaggio che implicitamente trasmette il seno ha fortemente a che vedere con la capacita’ di procreare e allattare. La stessa cosa vale per i fianchi generosi. Nonostante oggi sia dunque la figura di donna amante a predominare su quella di donna madre, l’istinto maschile non accetta “consigli per gli acquisti”, ed e’ per questo motivo che la maggior parte delle preferenze maschili vanno ancora alle forme prorompenti, soprattutto se ricalcano le classiche misure 90-60-90, mentre solo una minima parte di uomini preferisce un seno piccolo.

Oggi, assistiamo anche ad un altro fenomeno che nel passato non esisteva: la chirurgia estetica. La possibilità di modificare la forma del seno, rendendolo più alto, più compatto, più grosso o più piccolo qualora fosse ritenuto troppo ingombrante, ha contribuito ulteriormente a cambiarne il significato, e a renderlo sempre di più un orpello esclusivamente estetico. La ragione di tutto ciò e’ fin troppo chiara: lo strettissimo legame che unisce corpo e psiche e’ più evidente nel rapporto che ogni persona ha con le zone del fisico che maggiormente richiamano la propria identità di genere, che nelle donne sono appunto il seno, i fianchi, i glutei ed elementi del volto come le labbra.

Qui vorrei inserire una piccola nota personale: non ho una posizione intransigente sul argomento. Per quanto abbia sempre evitato interventi chirurgici estetici ritenendo di non averne alcun bisogno, ed anche perché sono convinta che un bel fisico armonioso si mantenga di più e meglio con l’esercizio fisico piuttosto che affidandosi alle mani di un chirurgo, devo riconoscere che, in molti casi, con la chirurgia le donne possono ritrovare quella sicurezza in se stesse che e’ determinante per vivere una sana e soddisfacente sessualità.

E’ indiscutibile infatti l’importanza psicologica che riveste il seno e sono molte le donne che, dopo esserselo rifatto perché ritenevano il loro naturale troppo piccolo, brutto o sgraziato, si vedono e si sentono diverse, migliori, più attraenti, addirittura più giovani, e ciò rafforza inconsciamente l’autostima e la fiducia che hanno in se stesse. Tutto ciò significa “felicita” ed e’ una cosa da non sottovalutare. Per cui non demonizziamo tout court la chirurgia estetica. Dopo tutto, sono scelte individuali. A volte possono essere sbagliate, dettate da un condizionamento più che da un naturale bisogno, il cui fine e’ spesso solo legato al desiderio ossessivo di avere le tette più belle del mondo come se da esse dipendesse l’intera esistenza, ma talvolta possono anche essere necessarie, poiché in grado di risolvere dei veri e propri conflitti interiori.

Pensiamo, ad esempio, alle pratiche per eliminare il carcinoma mammario, come la mastectomia, dove insieme alla mammella viene portata via anche la positività della propria immagine. La donna mastectomizzata, senza l’attributo esterno che per eccellenza la rende femmina, si sente donna a meta’. Per questo e’ indispensabile che esista la chirurgia estetica. Perché grazie ad essa che vengono affinate le tecniche di ricostruzione in modo da ricreare quasi perfettamente parti del corpo necessarie al mantenimento della propria identità.

A parte tutto, pero’, contrariamente a quanto sembrano costantemente confermare gli uomini, pare che per un numero sempre più alto di donne il seno grosso abbia perso molto del suo fascino. Un seno abbondante viene ritenuto sempre più un impiccio che un vanto. Ed e’ questa e’ la ragione per cui, mentre fino a qualche anno fa ben sei donne su dieci avrebbero desiderato avere una terza misura o più, oggi solo una donna su quattro vorrebbe avere un seno di taglia maggiore della terza, mentre, sorprendentemente, ben due donne su tre preferirebbero una seconda.

Ma esiste la misura del seno ideale? E’ meglio una taglia da maggiorata fisica oppure un seno piccolo? Rotondo o appuntito? A goccia o a coppa di champagne? Anche qui, ovviamente, e’ un fatto di gusto personale, per cui ciascuno puo’ dare la propria risposta, ma in base ad un’indagine svolta su un campione abbastanza ampio di donne, pare che questa domanda amletica abbia finalmente trovato una sua risposta: la taglia ideale per non apparire ne’ piatte ne’ troppo volgari, pare sia la terza. Pero’, come tutte le cose, le misure preferite del seno cambiano in base all’ambiente frequentato, alla cultura, e soprattutto in base all’etnia. E’ infatti risaputo che il seno femminile e’ assai diverso a seconda dell’etnia e quindi i gusti estetici e le esigenze cambiano di conseguenza. In QUESTA MAPPA interattiva, e’ possibile vedere come varia la grandezza del seno femminile nei vari paesi del mondo. Usatela con cautela, giocarci a lungo potrebbe dare effetti indesiderati.

Esiste persino una formula matematica con la quale si stabilisce un seno perfetto, e le proporzioni che deve avere per essere armonico a prescindere dalla sua grandezza. In pratica, la formula si basa solo su due valori. Se osserviamo un bel seno e tracciamo idealmente una linea orizzontale che attraversa il capezzolo, si nota che la parte al di sotto della linea e’ maggiore di quella al di sopra. Ebbene, per essere armonico, il seno deve rispettare questa proporzione: 45% al di sopra della linea, 55% al di sotto, con il capezzolo che punta leggermente verso l’alto. Adesso pero’ prendetela come una piccola curiosità ed evitate di presentarvi al prossimo appuntamento con una ragazza muniti di “calibro”.

tipi-tette

Ed ora, dopo questo lunghissimo e noiosissimo sproloquio, veniamo alla parte più interessante del post: il mio seno. Perché scommetto che chi è arrivato fin qui a leggere, era di ciò che fin dal inizio si aspettava che parlassi, e dimostrerei di non essere me stessa se a questo punto non dessi la mia solita “bottarella autoreferenziale”, magari farcita con un po’ di malcelata civetteria. Comunque chi si attendesse da me un coming out in cui mi descrivo con due “zucche della quinta misura” degne di una porno attrice, credo che resterà deluso, perché le mie tette, in realtà, non sono un granché. Non che siano brutte, sono carine, ben fatte, rispettano quelle famose proporzioni di cui ho parlato, ma la Natura, se mi avesse voluto davvero bene, avrebbe dovuto darmi almeno una taglia in più…

In origine di tutto ci sta il fatto che le tettine mi sono spuntate tardi. Nel frattempo ero cresciuta e già sovrastavo in altezza le mie compagne di scuola che, invece, restando più minute, riuscivano a far risaltare i loro seni anche se, come taglia, non e’ che fossero molto più grandi dei miei. Si trattava solo di proporzioni, ma da ragazzina non lo capivo e credevo di non piacere ai ragazzi proprio perché non avevo sufficiente “attrezzatura” da mostrare. Poi, più tardi, c’e’ stato chi mi ha fatto comprendere che il mio fisico un po da adolescente non era un ostacolo per il mio lavoro. Tanto che, un po’ alla volta, ho imparato a considerare le mie piccole “melette” come un punto di forza. Potenza del auto convincimento! Sara’ per questo motivo che non ho mai sentito l’esigenza di ricorrere alla chirurgia estetica per farmele più grosse e, col senno di poi, credo di aver fatto proprio bene.

In ogni caso, come escort non era certo sul seno che basavo la mia “arte di convincimento”. Sapendo di essere esteticamente più apprezzabile altrove, puntavo maggiormente su altre parti del mio corpo, soprattutto il sedere e le gambe, tenendo il seno un po’ come “arma di riserva” (il push up fa davvero miracoli!). Inutile dire che anche con delle tette piccole si possono fare un sacco di giochini ed è forse per sfida che mi sono specializzata ad usarle. Quasi a voler esorcizzare il fantasma che ho sempre avuto dentro: quello della perfezione.

A questo punto e’ chiaro che l’intero post, come altri prima di questo, non e’ che un pretesto per dar sfogo al mio ben noto esibizionismo. La galleria di foto che trovate qua sopra, in versione edulcorata e “pudica” affinché l’articolo non sia censurato (a quelli di Google bastano un paio di tette nude dove si intravede un mezzo capezzolo per andar via di testa ed inserire il blog fra quelli pornografici), ne contiene alcune mie. E’ su tali foto, dunque, che dovrete basarvi per individuare il mio seno, tenendo presente che, in realtà, come tutti sanno, sono una “ragazza” assai timida e mi sento a disagio a mostrarmi nuda. Se però ritenete che individuare il mio seno fra queste foto sia troppo difficile, e non avete problemi se la vostra partner (li’ vicino) vi vede leggermente agitati. Tanto alla fine nessuno riceverà alcun premio se non l’immensa soddisfazione di avermi vista a seno nudo gratis!

NOTE:
[1] Nella mappa, risulta che in Ungheria la media e’ la quarta misura di seno. Il motivo principale e’ che non hanno voluto assolutamente farmi entrare in quella statistica, altrimenti la media sarebbe stata assai piu’ bassa.:-)

[2] Nella citta’ invisibile, il seno e’ il simbolo della femminilita’ e della fertilita’, ma anche dell’appartenenza e dell’accudimento. Una tradizione tzigana e’ quella per cui ogni donna che fa parte di una famiglia, offra il suo seno ad un bimbo appena nato affinche’ si senta anche lei “madre” di quel bimbo e si assuma per sempre responsabilita’ nei suoi confronti.

[3] Mi sono resa conto soltanto alla fine che, pur parlando delle tette, quasi niente ho detto sui capezzoli. E’ imperdonabile considerando quanto questi “bottoncini” siano importanti per “accendermi”. Mi riprometto di scriverci molto presto un post, raccontandovi qualcosa di più riguardo ai miei e di come sia errato il luogo comune per cui i capezzoli sono tanto più sensibili quanto sono più grossi.

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Monica Ralfi

Curiosa, avventurosa, spiritosa, #MonicaRalfi