Alcuni Pacemaker sono vulnerabili ad attacchi hacker. Ma arriva una patch correttiva.
Secondo organi governativi americani, i sistemi di trasmissione dati di alcuni device medici potrebbero essere manomessi da malintenzionati. L’azienda produttrice corre subito ai ripari con una patch correttiva.
La notizia non è un rumor più o meno allarmistico, ma arriva direttamente da un report della Food and Drug Administration statunitense: sembrerebbe che alcuni modelli di pacemaker e dispositivi cardiaci siano vulnerabili ad attacchi hacker.
In realtà non è la prima volta che si sottolineano i rischi di manomissione di apparati medici, ma in passato non erano mai stati organi governativi a sollevare la questione.
Nello specifico, non sono esattamente i pacemaker ad essere a rischio hacking, quanto i trasmettitori Merlin@Home prodotti dalla St. Jude Medical.
I trasmettitori sono parte di un sistema di monitoraggio domestico che si connette ai pacemaker utilizzando un segnale wireless.
Il sistema è studiato per trasmettere poi i dati raccolti dal pacemaker direttamente al cloud di Merlin.net, dove un medico ha la possibilità di monitorare costantemente la salute del paziente.
Sebbene non siano stati resi noti casi reali di sabotaggio, secondo il report un hacker potrebbe, tramite i sistemi di monitoraggio Merlin, modificare da remoto i comandi di un pacemaker, ponendo a forte rischio la salute del paziente.
Per evitare qualsiasi problema futuro, è stata immediatamente approntata una patch che corregge la falla, che si installerà automaticamente su tutti i device Merlin@Home.
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