Cambiamenti in arrivo per Gmail: dovrebbe sparire la pubblicità personalizzata sulla base dei dati raccolti nei messaggi inviati e ricevuti. Ma la raccolta di dati sensibili continuerà in tutti gli altri servizi di Mountain View: dal motore di ricerca a YouTube.
Su Gmail, Google dice addio agli annunci pubblicitari personalizzati sulla base dei dati raccolti dai messaggi di posta elettronica. Insomma, il servizio non sarà più un bacino di elementi preziosi come sesso, età, abitudini, preferenze, e luoghi visitati.
Gli annunci saranno ancora presenti, ma saranno realizzati solo sulla base delle informazioni raccolte su altri prodotti del colosso di Mountain View.
Lo ha annunciato la vicepresidente della divisione cloud Diane Greene in un’intervista al Financial Times. E le sue dichiarazioni sono state confermate in un post pubblicato sul blog ufficiale.
A preoccupare Google, è la diffidenza di molte aziende: allarmate dalla raccolta di informazioni sensibili nei propri account. Infatti, la ragione di questa scelta, è proprio quella di spingere il mondo delle imprese a sottoscrivere il servizio G Suite (che comprende appunto Gmail e Drive).
E se nell’abbonamento, la raccolta di informazioni personalizzate a scopi pubblicitari non è attiva, molti clienti non ne sono al corrente. «Quello che faremo, è rendere tutto inequivocabile», ha spiegato la Greene a Bloomberg. E come fa notare la testata online, non è un caso che la decisione sia arrivata dalla divisione cloud e non da quella che si occupa degli annunci pubblicitari. «In questo momento G Suite ha 3 milioni di clienti», dichiara la stessa Greene nel comunicato ufficiale.
E se il numero di utenti è raddoppiato nel giro di un anno, non è difficile comprendere la scelta di Mountain View. A trarne un beneficio diretto però, sono i clienti che utilizzano la versione gratuita.
Ma la raccolta di dati sensibili continuerà in tutti gli altri servizi Google: dal motore di ricerca a YouTube.
L’utilizzo delle informazioni personali per scopi pubblicitari era stato esplicitato nel 2014. «I nostri sistemi automatizzati analizzano i tuoi contenuti (incluse le email) per fornire funzionalità personalmente rilevanti, quali risultati di ricerca personalizzati, pubblicità personalizzata e rilevamento di spam e malware, scriveva Google nei termini di servizio.
Un comportamento molto criticato e oggetto di cause legali e proteste da parte di associazioni di consumatori e istituzioni pubbliche, soprattutto negli Stati Uniti.
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