Campania, ai dirigenti della sanità aumenti tra i 10mila e i 15mila euro e i pazienti muoiono per mancanza di personale sanitario.

Oggi ho una riflessione da fare su ciò che è avvenuto in regione campania negli ultimi giorni e i conti non tornano affatto

Qualche giorno fa, de Luca ha fatto i regali di natale a Ferragosto ai suoi cari dirigenti, cosi come apparso su “Il Mattino” ma poi un paziente di 23 anni “Antonio Scafuri” muore dopo aver atteso 4 ore per un’angio Tac perché, pare, mancasse il personale adeguatamente formato per un trasposto di un paziente così delicato.

Ma io mi chiedo:

  1. se anche solo un dirigente prende un aumento di stipendio di € 15.000, ma il totale complessivo a quanto ammonta?
  2. dall’aumento di un solo dirigente si sarebbero potuti pagare stipendi per 10 infermieri, o 5 medici o qualunque altra figura necessiti in sanità?
  3. e se sommiamo il costo complessivo di questi aumenti, quanto personale “sanitario” si sarebbe potuto assumere?
  4. ma i malati li curano i sanitari o i manager e gli amministrativi?
  5. ma la sanità campana è diventata così efficiente da far meritare ai suoi manager aumenti e stipendi così astronomici?

Io mi sono fatto queste domande e l’unica risposta che riesco a darmi è che la sanità non è un servizio al cittadino ma un business visto l’efficienza della sanità italiana che al momento pare che serva più alla classe politica e dirigenziale che all’utenza vera a propria.

 

Tutto sotto sotto a ferragosto, insostenibile in un momento di crisi economica come questo. Dalla Regione, che ufficialmente non replica, spiegano soltanto che si tratta soltanto di un adeguamento previsto per legge e che la delibera è stata approvata il primo agosto, quindi nota a tutti già da almeno la fine di luglio.
Fatto sta che la giunta De Luca ha deciso di aumentare gli stipendi dei dirigenti apicali di Asl e aziende ospedaliere. Perché – come si legge nella stessa famigerata delibera – «la sanità campana, per le rilevanti sfide future e gli impegnativi processi riorganizzativi in corso, deve poter contare su una classe dirigenziale qualificata, motivata e adeguatamente remunerata».

Ai responsabili, di prima fascia, della Asl di Salerno (Antonio Giordano), della Napoli 1 Centro (Mario Forlenza) e dell’Ircss Pascale (Attilio A. M. Bianchi) andranno 154.937 euro lordi; ai direttori generali, di seconda fascia, di Napoli 2 Nord (Antonio D’Amore), di Napoli 3 Sud (Antonietta Costantini) e di Caserta (Mario De Biaso) saranno versati 150mila euro, mentre quelli, di terza fascia, che guidano le Asl di Avellino (Maria Morgante) e di Benevento (Franklin Picker) guadagneranno 145mila euro. Salgono anche gli stipendi dei direttori generali dell’aziende ospedaliere della regione. Quelli di prima fascia alla guida del Ruggi (Nicola Cantone), del Cardarelli (Ciro Verdoliva) e dell’Aorn del Colli (Giuseppe Longo) vedranno arrivare i loro emolumenti a 154.937 euro. In seconda fascia i numero uno di Federico II (Francesco Bello), Aorn Moscati (Angelo Percopo), Sant’Anna (Mario Nicola Vittorio Ferrante) e Santobono (Anna Maria Minicucci) toccheranno i 150mila. Salario di 145mila euro per i dirigenti di terza fascia alla testa di AOU Luigi Vanvitelli (Annamaria Gravina) e AORN Rummo (Renato Pizzuti). Tutti quanti si vedono riconoscere un aumento, chiaramente lordo, in media tra i 10 e i 15mila all’anno.
Nella delibera della giunta, la 520 dello scorso primo agosto, la Regione sottolinea che «allo stato attuale risulta che in Regione Campania i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie ricevono un compenso annuo inferiore a quello delle apicalità mediche che coordinano, con particolare riferimento a quelle di dipartimento».

La riparametrazione è un atto non irregolare, ma diventa «un blitz in piena regola per le modalità e la tempistica con cui si sta consumando. Se non bastasse, già a dicembre la maggioranza di centrosinistra aveva proposto e si era poi approvata un emendamento alla Legge di Stabilità 2017 con cui teneva fuori i direttori generali, sanitari e amministrativi di Asl e aziende ospedaliere dalla riduzione del 20% allo stipendio di chi ricopre in carichi apicali.

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