5 tipi di tette da provare almeno una volta nella vita

La noia è ciò che affligge la nostra epoca. Le nuove generazioni sono annoiate. La vita è una merda. Lo spread potrebbe rialzarsi e tra vent’anni dovremo lavorare per i musi gialli. Cosa poter fare quindi per non far guazzare nella noia i cari lettori oltreuomini? Parlare di tette!

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Le tette non annoiano mai. Le si può chiamare bocce, zinne, meloni, angurie, angurie-meloni, pere, poppe, minne, bombe… (potete sbizzarrirvi su yahoo answer, che ovviamente tratterà l’argomento accanto a: “Come posso lasciare la mia ragazza senza farla soffrire?”, o “Ho fatto un pompino al mio ragazzo, posso rimanere incinta?”).

I nomi rispecchiano le varie tipologie di seno che madre natura ha dato a tutte noi. Vediamo nel dettaglio quale quadro rispecchia di più la vostra natura (per le femminucce o gli affetti da ginecomastia) oppure quale donna vi piace di più.

tette

1). VERY BIG BOOBS: vedi anche: maggiorata. Sono veramente delle grosse bocce, dalla quinta in su, di forma tonda e di consistenza un po’ molle e flaccida. Alcune delle massime esponenti della categoria sono infatti obese (in questi soggetti è completamente svalutato l’aggetto del seno rispetto all’addome, che cade a zero, svalutando irrimediabilmente il davanzale), conseguenza o causa, secondo recenti studi, della comodità che queste donne raggiungono stando a tavola, momento in cui trovano sollievo appoggiando i due airbag sulla tovaglia. In generale, assunta per vera la tesi secondo cui la stupidità è direttamente proporzionale alla grandezza del seno, questa classe è rappresentata da donne tremendamente stupide, salvo poche eccezioni che ovviamente confermano la regola. Le altre maggiorate, se non obese, hanno avuto un colpo di culo, e sono per lo più meridionali (qui non ci sono prove scientifiche, ma è così, lo si deduce per semplice inferenza). Malauguratamente queste donne muoiono giovani: per gravi problemi di ipercifosi della colonna vertebrale, dato il peso insostenibile delle due bocce; per soffocamento durante il sonno in posizione prona; per problemi cardiovascolari (nel caso delle obese).

Piacciono a: calciatori, contadini, spettatori del grande fratello, uomini di bocca buona a cui non serve parlare di relativismo culturale con la propria donna, e in generale all’universo maschile che su youjizz guarda esclusivamente la categoria big tits.

2). COPPA DI CHAMPAGNE: queste tette sono indubbiamente le vincitrici per forma, eleganza, leggiadria e sostegno. Sobrie, contenute (una seconda abbondante) e mai volgari. Le ritroviamo trasversalmente nel mondo femminile, ma la frequenza è di circa una donna ogni due milioni.

Piacciono a: i pochi uomini che capiscono qualcosa di tette oltre alla quantità e ai pervertiti che amano infilare parti del corpo in utensili da cucina (oltre alla coppa di champagne, che non crea problemi, il flute per il pene di lui ha spesso qualche effetto collaterale: sono molteplici, negli ultimi anni, gli episodi di cazzi in cancrena presentatisi in pronto soccorso; il ricavato ha fornito nel 2011 il necessario per il brindisi di fine anno all’ospedale di Trapani).
3). PICCOLE E INSIGNIFICANTI: queste tette sono una via di mezzo tra le coppe di champagne (per grandezza) e le tette inesistenti delle piatte. Solitamente la taglia ufficiale è una prima, ma spesso la donna è portata a comprare una seconda per autoconvincimento o appagamento personale. A volte la beffa è doppia, in quanto hanno delle madri con una terza circa e sperano così di diventare per ereditarietà genetica come loro, ma non sanno che lo saranno solo dopo aver partorito almeno tre figli o dopo la menopausa, ingrassando circa duecento chili. Di solito le appartenenti a questa classe non vivono troppo male il fatto di avere un seno insignificante. Il percorso però è lungo, e al liceo soffrono molto perché tutti fanno il filo alla tettona. Risolvono il problema in due modi diversi: o diventando amiche dei maschi, per poi farsi quello che non ha mai scopato e ci sta; oppure diventano navi-scuola, vincendo definitivamente contro la tettona della classe, che alla fine si rivela una figa di legno. Il QI è in generale medio-alto: per colmare il deficit anatomico infatti leggono molto o apprendono aneddoti, così da inculare l’uomo con eloquenza sofistica e azzerando irrimediabilmente la sensualità. Il rapporto con il partner diventa frustrante (egli è costretto ad appiattire la concavità del palmo della mano quelle rarissime volte – due o tre l’anno – che è mosso dalla voglia di toccare il seno della compagna, probabilmente per la speranza che qualcosa sia cambiato). Spesso è lui a suggerirle la chirurgia plastica, ma essendo assoggettato alla compagna, l’ipotesi svanisce in un istante (la donna con poche tette sviluppa infatti una forte attitudine al comando, un po’ come i nani quella al potere).

Piacciono a: i depressi, i deboli, chi sostiene che nel punteggio attribuito a una donna valga di più il culo (a proposito dell’eterno scontro tette-culo), chi guarda per prima cosa gli occhi, i gay, i gay non ancora dichiarati.

4). FORUNCOLI: la situazione è drammatica, la donna distesa sembra un ragazzo glabro, e in piedi un ragazzino che durante la crescita sviluppa per un certo periodo capezzoli leggermente sporgenti. Appartengono alla categoria: le anoressiche, le modelle da passerella (quindi anoressiche), chi ha la sfiga di nascere così e le bambine fino ai 12 anni. Gli esiti sono tra i più vari e interessanti, studiati da molti esperti di sociologia: a) dopo anni di sofferenza per la crudeltà che solo i ragazzini possono infliggere, il suicidio ha la meglio; b) l’uso perenne di reggiseni push-up, compreso quello del costume da bagno, riuscendo a prendere per il culo non certo le donne, bensì i cattivi osservatori (gli stessi che non si rendono mai conto di quando una ragazza ha i capelli più unti del fritto, o che non capiscono quando un’altra è coperta di fondotinta arancione fino alla mandibola, in modo che si crei un piacevole contrasto arancione-bianco con il collo, stile maglietta della nazionale olandese). Il rischio, però, è di deludere irrimediabilmente la vittima che, caduta nel tranello, cercherà disperatamente di smascherare il trucco; c) diventare lesbica; d) rifarsi le tette; e) diventare hipster, ascoltare quindi i Klaxons, indossare occhiali dalla montatura grossa e nera (se non si è miopi, ovviamente a lenti zero), quindi andare in giro senza reggiseno, per farsi riconoscere dagli altri hipster-indie l’onestà culturale di non fingere di avere le tette, e per mettere in crisi il sistema mentale di chi tende a comprare una taglia in più, pur non potendola riempire.

Piacciono a: praticamente nessuno, se non hipster e fattoni.

5). RIFATTE: dopo lo stile Pamela Anderson, che segnò l’inizio di una nuova concezione della donna come un infinito di possibilità, la mastoplastica additiva ha fatto passi da gigante, e oggi un seno rifatto può sembrare nature, anche se voci di corridoio dicono che sia comunque freddo al tatto e poco mobile nel movimento di inerzia che compie seguendo quello del resto del corpo (in tanti ripiangono le moviole che romanticamente immortalavano il ballonzolare delle tette nelle partite di tennis o di beachvolley amatoriale). Si rivolgono alla chirurgia plastica: ragazzine yankee che vogliono partecipare a programmi di MTV con le proprie madri (dal titolo non troppo dissimile da: Mom, buy me two new bigger tits cause I want to fuck); ragazze costrette dal fidanzato, che vanno in Tunisia fingendo una vacanza studio in Inghilterra, rubando qualche migliaio di euro dal bancomat del babbo e vendendo qualche gioiello preso dalla borsetta di mammà; Sara Tommasi; i pochi esemplari di donna con troppe tette che per non morire giovani se le fanno ridurre (guadagnandosi l’ira degli uomini e il rispetto delle donne).

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